Noi palermitani siamo proprio devoti a questo Santo, la festa è un grande evento come lo è Santa Lucia con le sue arancine, lo è così tanto che le pasticcerie cominciano a blindarsi molto tempo prima ed essere così pronte alla razia di questi giorni.
La festa di San Giuseppe ha radici lontane e sicuramente pagane, la vigilia del 19 si accatastano pile di legna per la tradizionale vampa, ci si riunisce attorno al fuoco in prossimità dell'equinozio di primavera, celebrando così la rinascita della vita, propiziando buoni raccolti, pascoli e tutto quello che legava la vita e il lavoro dell'uomo ai capricci della natura.
A Palermo il Santo si festeggia con il tradizionale minestrone a base di fagioli ceci, castagne secche e finocchietto selvatico, la pagnotta di pane con il taglio a croce e i semi di finocchio e infine per concludere il pasto le lussuriosissime sfince...l'impasto delle sfince è molto simile a quello della pasta choux nell'esecuzione, ma molto più consistente nel risultato prima della cottura.
E' molto interessante anche il metodo di cottura delle sfince, lungo e laborioso, ma ovviamente necessario per ottenere un buon prodotto, asciutto e che in cottura è gonfiato il doppio se non il triplo. Come il 95% delle ricette siciliane anche quella delle sfince contiene strutto, e a rigor di tradizione dovrebbero essere fritte nello strutto...io scelgo di non cambiare la ricetta e mantenere il grasso nell'impasto, ma friggo in olio di semi, in fin dei conti il risultato non è poi così diverso. Le sfince si mangiano ricoperte di crema di ricotta, semplice o con l'aggiunta di scorza di arancia o cannella, scaglie di buon cioccolato fondente e scorzette di arancia candite, pistacchi tritati a decorare il tutto
La festa di San Giuseppe ha radici lontane e sicuramente pagane, la vigilia del 19 si accatastano pile di legna per la tradizionale vampa, ci si riunisce attorno al fuoco in prossimità dell'equinozio di primavera, celebrando così la rinascita della vita, propiziando buoni raccolti, pascoli e tutto quello che legava la vita e il lavoro dell'uomo ai capricci della natura.
A Palermo il Santo si festeggia con il tradizionale minestrone a base di fagioli ceci, castagne secche e finocchietto selvatico, la pagnotta di pane con il taglio a croce e i semi di finocchio e infine per concludere il pasto le lussuriosissime sfince...l'impasto delle sfince è molto simile a quello della pasta choux nell'esecuzione, ma molto più consistente nel risultato prima della cottura.
E' molto interessante anche il metodo di cottura delle sfince, lungo e laborioso, ma ovviamente necessario per ottenere un buon prodotto, asciutto e che in cottura è gonfiato il doppio se non il triplo. Come il 95% delle ricette siciliane anche quella delle sfince contiene strutto, e a rigor di tradizione dovrebbero essere fritte nello strutto...io scelgo di non cambiare la ricetta e mantenere il grasso nell'impasto, ma friggo in olio di semi, in fin dei conti il risultato non è poi così diverso. Le sfince si mangiano ricoperte di crema di ricotta, semplice o con l'aggiunta di scorza di arancia o cannella, scaglie di buon cioccolato fondente e scorzette di arancia candite, pistacchi tritati a decorare il tutto
Sfince di San Giuseppe
250 g di acqua
250 g di farina 00
50 g di strutto
260 g di uova intere (circa 5)
sale
abbondante olio di semi di girasole per friggere
Per la crema di ricotta
500 g di ricotta di pecora
125 g di zucchero
100 g di cioccolato fondente al 70%
cannella e scorza d'arancia a sentimento
scorze d'arancia candite
granella di pistacchi
La sera prima, mettere la ricotta a scolare. La mattina passare al setaccio la ricotta e unire lo zucchero, il cioccolato tritato e gli aromi. Far riposare qualche ora la crema di ricotta in frigo in modo da far sciogliere completamente i granelli di zucchero.
In un pentolino mettere l'acqua, lo strutto e il sale portare ad ebollizione, versare in una sola volta la farina e mescolare con un leccapentole, fin quando non ci saranno più grumi di farina e si sarà formata una palla di impasto, riportare sul fuoco e, mescolando, far sfrigolare l'impasto per qualche secondo. Versare il tutto il planetaria e azionare la macchina con la frusta, aggiungere le uova poco per volta fino al completo assorbimento dei liquidi. Intanto riscaldiamo l'olio, la temperatura non deve essere alta altrimenti le sfince tuffate dentro l'olio caldissimo si cuocerebbero soltanto all'esterno e non gonfierebbero. La cottura si divide in due momenti, e per questo sarebbe opportuno avere due pentole d'olio: una a bassa temperatura ed una a temperatura alta per farle imbiondire, come del resto si fa in pasticceria...ma in grande con friggitrici gigantesche...con una sola pentola bisogna fare molta attenzione e giocare con la fiamma, a volte addirittura è anche necessario spegnerla. Preleviamo dalla ciotola della planetaria con l'aiuto di due cucchiai piccole quantità di impasto, tuffiamole nell'olio e mescoliamo con la schiumarola, quando le palline cominceranno ad essere più consistenti dare piccoli colpetti dall'alto verso il basso alle palline con il bordo della schiumarola a questo punto le palline dovrebbero "aprirsi" gonfiare enormemente e assumere la caratteristica forma...è il momento di alzare la fiamma e farle colorare. Giocate così con l'impasto facendo attenzione alle temperature dell'olio, tra una frittura e un'altra spegnere la fiamma e se è il caso tuffare le sfince nella pentola a fuoco spento...il procedimento è lungo e anche 250 g di farina risulta essere una quantità enorme, per i tempi di cottura che sono dilatatissimi...con questa dose più o meno otterrete una trentina di minisfince prelevando poco più di mezzo cucchiaio di impasto. Quando le sfince si saranno freddate farcirle in superficie con una generosa cucchiaiata di crema di ricotta decorare con una scorzetta d'arancia un po' di granella di pistacchi ed una spolverata di zucchero a velo.
Nonostante la ricetta sia lunga e laboriosa , vi assicuro che la fatica verrà ripagata da un dolce unico nel suo genere...del resto non si preparano sfince tutti i giorni e a me piace che sia un piccolo lusso che ci si concede ogni tanto.
Nonostante la ricetta sia lunga e laboriosa , vi assicuro che la fatica verrà ripagata da un dolce unico nel suo genere...del resto non si preparano sfince tutti i giorni e a me piace che sia un piccolo lusso che ci si concede ogni tanto.